Per vivere una vita consapevole e quindi migliore, andando oltre le convinzioni e i dogmi che ci sono sempre stati insegnati, è giusto riflettere su certe “verità”… un po’ come risvegliarsi dal lungo torpore…
Ecco quindi 5 importantissime considerazioni che ognuno di noi dovrebbe sempre tenere presente.
La mente mente.
La nostra mente si nutre di pensieri dal primo istante in cui al mattino ci svegliamo, e dal primo pensiero che entra nella nostra testa la mente si attiva e comincia a macinare; non si ferma per tutto il giorno rimuginando continuamente gli eventi passati e facendo ipotesi sugli accadimenti futuri.
Ecco perché identificarsi con la nostra mente ci condanna ad una vita di rimpianti per gli errori commessi e di paura per le incertezze future:
In questo modo non riusciremo mai a vivere il presente che è l’unica realtà che veramente Esiste.
Il passato non è modificabile ed il futuro in gran parte fuori dal nostro controllo, ma il presente è ciò su cui possiamo agire per essere sereni Ora.
Nel momento basta silenziare la mente; per farlo è sufficiente concentrarsi attentamente su qualcosa osservando e ascoltando senza giudizio.
Lo si può fare anche ora focalizzando lo sguardo su un oggetto qualsiasi diventando vigili e presenti, in questo modo la mente smette di governarci e noi viviamo veramente qui ed ora e dove c’è, è solo qui e ora c’è, la serenità.
Questa rivelazione è fondamentale per affrontare qualsiasi situazione, ogni volta che dobbiamo agire possiamo fermare la mente, smettere di essere schiavi della rabbia, delle frustrazioni, delle incertezze e delle paure, che sono i pensieri di cui la mente si nutre e condizionano negativamente ogni nostro comportamento e scelta.
Solo nella serenità del presente si fanno le scelte giuste.
Il giudizio è un problema di chi giudica.
Giudicare l’altro significa guardarlo attraverso il nostro bagaglio o non bagaglio culturale.
Quando giudichi prendi tutte le tue convinzioni e le applichi come un filtro ad una realtà che, pertanto, non potrai mai vedere con occhi puliti; non capirai mai veramente come stanno le cose perché non puoi che percepirle attraverso la distorsione del pregiudizio derivante dalle tue convinzioni.
Giudicare quindi è sempre una sconfitta perchè significa credere di avere in tasca la verità quando invece si è solo vittime della propria ristrettezza mentale.
Ecco quindi che non solo imparare a non giudicare mai l’altro significa diventare persone migliori ma anche realizzare che il giudizio altrui nei nostri confronti non ha alcun peso.
Il giudizio è sempre e solo un errore di chi giudica.
Così facendo smettiamo di dare agli altri il potere di influenzare le nostre scelte, ma anche semplicemente il nostro stato d’animo.
Questo è il segreto per essere sempre mentalmente sereni e liberi.
La giustizia non esiste.
Il concetto di giusto o sbagliato non esiste, è sempre tutto relativo al contesto in cui le cose accadono.
La giustizia non ha come scopo la difesa di una certa morale, ovvero la creazione di una società equa è ugualitaria, ma solo di far rispettare le leggi, le quali spesso sono ingiuste.
E’ vietato, ad esempio, uccidere una persona, ma non in tutti i contesti e non in tutte le nazioni.
C’è la legittima difesa, la pena di morte e poi perché è concesso uccidere milioni di animali ogni giorno? sono anche loro forme di vita con pari dignità!.
Dunque la giustizia esiste solo per mantenere l’ordine sociale, non per governare l’equilibrio tra il bene e il male e allora non esistono più i buoni e i cattivi, esistono solo gli obbedienti e i disobbedienti.
Talvolta obbedire a leggi ingiuste è da persone cattive, come facevano Generali nazisti durante l’olocausto.
Inoltre oggi la legge avvantaggia chi ha denaro, perché i ricchi hanno gli avvocati migliori e spesso possono passarla liscia, cioè crea disuguaglianza.
Non siamo persone cattive se scegliamo di non seguire la legge perché la legge non detta ne la morale, ne segue le leggi della natura.
Chi meno sa più crede di sapere.
Le persone ignoranti sono quelle che credono di conoscere la verità.
Quando un soggetto è scarsamente acculturato è vittima di un errore logico ben noto che consiste nel dare per vere le informazioni che lo colpiscono maggiormente o che per lui sono più facili da capire, dunque tenderà a scartare le spiegazioni più complesse, che di solito sono quelle giuste.
La sua scarsa profondità critica lo porta a non indagare, a dare per vere semplicemente quelle informazioni che lo convincono di più e quindi a creare la sua verità; ma in tutto questo ignora che più sei ignorante più sei facile da convincere, quindi è proprio delle informazioni straordinariamente semplici, che sembrano spiegare tutto, che bisognerebbe diffidare.
Ecco perché esistono i terrapiattisti, quelli che credono nelle scie chimiche, negazionisti dei cambiamenti climatici, ecc… perchè credono di sapere tutto di argomenti di cui non sanno nulla.
O si affidano a chi fornisce loro spiegazioni semplici, quelle che riescono a comprendere invece che a questioni complesse, dove invece servirebbe quella cultura che non hanno, per capire veramente.
Ognuno di noi è vittima di questo meccanismo ed è per questo che non fermarsi alla prima informazioni che riceviamo, per quanto straordinaria e rivelatoria possa sembrarci, oggi è la forma di cultura più elevata che possiamo raggiungere.
Non sei il tuo lavoro.
prova ad immaginare di perdere il tuo lavoro e di ritrovarsi disoccupato seduta stante.
A questo punto chi sei? come ti definiresti? Non sei più l’avvocato, l’elettricista, il commerciante… e quindi cosa sei?.
Quando conosciamo una persona e le chiediamo che cosa fa nella vita, ci risponde dicendo che lavoro fa, perché la nostra vita è lavorare.
Passiamo così tanto tempo lavorando che finiamo per identificarsi nel nostro impiego, ma questo ci trasforma da esseri umani a macchine produttive senza più alcuna vera identità.
Il lavoro, anche se è percepito come la cosa più gratificante che l’uomo possa fare, è, in realtà, la principale forma di schiavitù moderna perché, come il carcere, priva l’uomo della sua stessa esistenza, sostituendola con una forzata, o quantomeno fa catalizzare la maggior parte dell’attenzione.
Questo accade quando una persona si trova nella condizione di dover fare un lavoro non gratificante, ma anche chi ama il proprio lavoro viene spesso trascinato dentro ad un vortice di iperattività che lo distoglie da quelli che sono i piccoli autentici aspetti e piaceri che offre questa incredibile esistenza.
Chi ha il denaro lo ha capito da tempo…. e fa lavorare gli altri….
Il lavoro nobiliterà anche l’uomo ma a me risulta che i nobili non abbiano mai lavorato.