Fondamentale per poter investire in una società è saper leggere il bilancio d’esercizio che riassume lo stato di salute dell’impresa.
Qui di seguito parleremo a livello generale delle parti più importanti di cui si compone:
- Lo stato patrimoniale.
- Il conto economico.
Lo stato patrimoniale
Si tratta di un gran inventario dei beni dell’impresa e i diritti vantati da qualcuno su questi beni.
Stato patrimoniale:
ATTIVI | PASSIVI |
BENI | DIRITTI (vantati da dei soggetti sui beni) soggetti che hanno interessi all’interno dell’impresa |
I beni sono la parte attiva e i diritti sono dei passivi (in quanto il proprietario di questi beni potrebbe richiedere i beni all’azienda e l’azienda potrebbe essere messa nelle condizioni di liquidare questi beni)
La quarta direttiva CEE (lo standard CEE) rappresenta lo stato patrimoniale in questo modo:
ATTIVI (beni)
A. Crediti verso i soci dell’impresa per i versamenti ancora dovuti. (integrazione dovute ancora dai soci)
B. Immobilizzazioni (beni fungibili ossia che possono essere utilizzati per produrre dei prodotti a loro volta):
I. Immateriali (natura intangibile come brevetti, software, licenze, forme di capitale intellettuale…)
II. Materiali (ad esempio impianti di una fabbrica, cespiti ecc…)
III. Finanziarie (partecipazioni in altre società, quote che la società detiene in altre società)
C. Attivo circolante:
I. Rimanenze (semilavorati (ossia prodotti non ancora finiti), materie prime non ancora utilizzate stoccate in magazzino per lavorazioni future), oppure prodotti che non sono stati venduti e verranno venduti l’anno successivo.
II. Crediti (diritti che l’azienda vanta verso i clienti; clienti che non hanno pagato ancora…)
III. Attività finanziarie che non costituiscono immobilizzi: liquidità in eccesso che l’azienda decide di impiegare per prendere un rendimento tipo BOT o BTP.
IV. Disponibilità liquide (la cassa, denaro su conto corrente)
D. Ratei e risconti (scritture di rettifica) ci sono delle operazioni a cavallo dell’anno che vanno classificate dall’azienda per definire la pertinenza del bilancio corrente o dell’anno successivo, si segue un principio di competenza economica (io devo definire ciò che è di competenza di quest’anno e annotarmi quello che sarà di competenza per l’anno successivo).
Quindi i ratei sono dei costi di competenza di quest’anno ma su cui non vi è stata manifestazione monetaria ossia non vi è stato l’incasso.
Es. rateo attivo: ad esempio dei BOT che l’azienda ha comprato ma di cui non ha ancora incassato la cedola ma li ha comprati nell’anno in corso.
Es rateo passivo: esempio una quota di affitto non ancora pagata anche se ha già utilizzato lo spazio ed è quindi di competenza dell’anno in corso.
I risconti sono speculari ai ratei ossia sono già stati incassati ma non ancora pagati.
Es. risconto attivo: un premio assicurativo già stato pagato ma che copre anche l’anno prossimo.
Es. risconto negativo: interessi passivi pagati dalla azienda su un debito che non è ancora stato estinto).
PASSIVI:
A. Patrimonio soci (capitale sociale e riserve di utili maturati).
B. Fondo rischi ed oneri (l’azienda costituisce un fondo per tutelarsi da perdite future.
C. Accantonamento tfr.
D. Debiti (persone – istituzioni che hanno prestato capitale a titolo di debito).
E. Ratei e risconti passivi
Il conto economico
Il conto economico è il secondo dei due componenti insieme allo stato patrimoniale che costituisce il bilancio d’esercizio.
Documento che riassume tutto quello che è successo durante l’anno.
Riepilogo annuale fatti economici:
RICAVI (+)
COSTI (-)
TASSE (-)
Analizziamo ora i fatti secondo la quarta direttiva CEE (lo standard per la classificazione dei conti economici).
A. Valore della produzione
1. Ricavi delle vendite
2. Variazione rimanenze (prodotti non ancora venduti ma prodotti durante l’anno): se il magazzino è aumentato si è creato più valore, se diminuito la produzione è stata inferiore rispetto l’anno prima e si sono utilizzati dei prodotti che erano già a magazzino e che sono stati venduti.
3. Incrementi di immobilizzazioni (beni) per effetto di lavorazioni fatte internamente. Anche questi rientrano nella produzione.
B. Costi della produzione
4. Materie prime
5. Servizi (di cui si è usufruito per produrre)
6. Costi di godimento beni di terzi (affitto)
7. Costi personale
8. Ammortamenti e svalutazioni (una quota del costo del bene che ho comprato anni fa deve essere spalmato anche nell’anno di esercizio corrente per il bene che è stato utilizzato per la durata del periodo di ammortamento, e se esso si è svalutato dovrò tenerne conto).
9. Variazione rimanenze materie prime, questa è una voce di rettifica che va a perfezionare il costo alla voce numero 4, ad esempio se ho acquistato 100 materie prime ma ne ho utilizzate 80 allora il costo sarà ricalcolato per 80 e le altre 20 verranno stoccate in magazzino per l’anno successivo.
10. Accantonamento per eventuali rischi
11. Altri accantonamenti
12. Oneri diversi di gestione (rimborsi spese per amministratore ad esempio)
Il valore della produzione meno costi della stessa mi da già un importante dato: il risultato operativo.
Dal risultato operativo arriviamo al risultato complessivo della gestione in questo modo:
Dal risultato operativo occorre sottrarre o aggiungere
- Oneri e proventi finanziari
- Rettifica di valore (rivalutazioni/svalutazioni) ad esempio rivalutazioni e svalutazioni dei beni
- Oneri e proventi straordinari esempio plus o minus valenze: esempio ho venduto un bene che valeva 100 e me lo hanno pagato 80, ho fatto una minus valenza).
Sottraendo (o aggiungendo) quindi le voci qui sopra al risultato operativo ottengo il reddito ante imposte.
Sottratta la tassazione arriviamo al reddito dell’esercizio (utile o perdita).
Quindi riassumendo i due valori più importanti sono risultato operativo e reddito di esercizio.