Future del Gas Naturale – analisi stagionalità

Future gas naturale

Proseguiamo la nostra analisi dei future su commodities prendendo in considerazione il gas naturale.

Questa materia prima energetica è per ora indispensabile al il fabbisogno del pianeta al pari del petrolio.

Quasi ovunque vi sono giacimenti di gas; se ne trova molto sul nostro pianeta ed alcuni paesi hanno una produzione sovrabbondante e quindi esportano attraverso gasdotti o seguendo il processo di liquefazione, che permette di trasportare il gas con mezzi di trasporto come le navi.

Per permettere un corretto stoccaggio del gas le condotte devono sempre essere tenute ad una adeguata pressione, ne consegue che lo stoccaggio di quantità rilevanti è importante.

Lo stoccaggio avviene riempiendo cavità naturali non permeabili (giacimenti di gas dismessi, falde acquifere non più utilizzate), o con il processo di liquefazione (LNG).

I produttori principali ed incontrastati sono Russia e Stati Uniti.

Il gas è una potentissima leva per gli assetti geopolitici continentali.

La Russia è in grado di condizionare l’approvvigionamento sia in oriente (Asia) che occidente (Europa). I condotti verso la Cina dalla Russia non sono ancora del tutto operativi.

Gli Stati Uniti restano quasi isolati, con flussi che si limitano ai confinanti Canada e Messico. Solo nell’ultima decade si sta assistendo ad una diffusione dei terminali di liquefazione e gassificazione, che permettono il trasporto verso altri continenti.

E’ bene sottolineare che il gas è sottoposto a logiche di domanda ed offerta non facilmente comprensibili e difficilmente ascrivibili ad un mercato libero, per via dei particolari contratti stipulati tra il paese che esporta attraverso i gasdotti ed il paese che importa. Occorre quindi essere consapevoli di questo se si vuole tradare la materia prima.

Il future sul gas che ci interessa riguarda il prodotto americano; il suo nome è Henry Hub Natural Gas dove Hub è un centro di smistamento della Louisiana.

Le dinamiche di domanda e offerta sono quelle relative al suolo statunitense, dove per altro vi è sovrabbondanza di produzione, non vi è alcun collegamento con le dinamiche dei prezzi degli altri continenti. Il gas naturale viene usato per la produzione di energia elettrica nelle centrali e per il riscaldamento.

Si ha un picco dei consumi quindi nei mesi invernali , dove i prezzi scontano un livello maggiore da dicembre a febbraio.

I picchi o le discese del valore possono essere dovuti a tre fattori: offerta, domanda, stoccaggio, e condizionati da estreme condizioni atmosferiche, esplosioni, manutenzioni non programmate delle condutture, il prezzo delle fonti concorrenti di carburanti come carbone e petrolio possono pure condizionare il prezzo del gas.

La produzione di gas è aumentata costantemente negli ultimi 5 anni negli stati uniti e di fatto il prezzo del gas e sceso lentamente negli ultimi 10 anni di conseguenza (si veda grafico).

Lo stoccaggio tende ad essere alto tra la fine di ottobre e metà di novembre prima dell’inizio inverno e basso a febbraio alla fine del clima rigido, dopo una stagione di alti consumi. Durante l’estate il consumo di gas è molto più basso e viene impiegato per alimentare le macchine per l’aria condizionata.

Qui di seguito viene rappresentato il grafico della stagionalità negli ultimi 17 anni:

Qui di seguito viene rappresentato il grafico dello stoccaggio della materia prima dal 2012 al 2017:

Interessante è notare come lo stoccaggio (storage) anticipa la domanda (consumption):

Un grafico del gas naturale negli ultimi 10 anni dove notiamo come il prezzo del gas è ribassista a lungo termine (per effetto della produzione che è aumentata in tutto il mondo).

Si noti anche di come il gas è capace di picchi notevoli in corrispondenza dei mesi più critici invernali, ad esempio a novembre 2018 l’inverno particolarmente rigido aveva generato una corsa agli acquisti in parte ingiustificata per paura che le scorte finissero.

Per il medesimo motivo si ebbe l’impennata il 19 febbraio 2014,  un articolo dell’epoca riporta che l’inverno particolarmente freddo e le aspettative per un inverno ancora lungo e rigido ed il calo delle forniture hanno fatto impennare la domanda che è schizzata a valori che non si vedevano dal 2009.

Negli ultimi 5 anni, eccetto il picco di novembre 2018 il gas si è mantenuto in un trading range individuato dalle linee verdi (3,93$ – 1,639$)

 

 

Sigla contratto NG
Mesi di scadenza future Tutti i mesi
Dimensioni contratto 10000 milioni di British Thermal Units (mmBTU)=26778 metri cubi
Variazione minima di prezzo (tick $0,001=$10
Esempio di variazione da $2,5 a $2,6 $1000 di variazione
Picco massimo ultimi 10 anni $6,149
Picco minimo ultimi 10 anni $1,639
Trading range ultimi 5 anni Max $3,93 – Min $1,639
Valore medio ultimi 10 anni $3,256
Variazione giornaliera massima Massime escursioni registrate in un giorno a ribasso ed a rialzo:-0,799$ + 0,7360$ (var valore nozionale -$7990 +$7360).
Dal 24 febbraio 2014 al 27 febbraio 2014 in soli 4 gg il valore nozionale del contratto è sceso da 54450$ a 45110$ con una perdita di 16000$ (valore unitario: 1,6$ di ribasso consecutivo).
ed ancora da 9 novembre 2018 al 14 novembre 2018 in appena 4 giorni il valore nozionale del contratto è passato da 37190$ a 48370$ con una variazione di +12940$ in appena 4 giorni (1,294$ di rialzo consecutivo).