Punto a migliorare me stesso

Migliorare me stesso

Conscious Rebirth è un blog il cui soggetto principale sono le strategie ed atteggiamenti da mettere in campo per guadagnare maggiore benessere non inteso come ricchezza economica ma in una accezione più generale; come tendere al benessere a 360 gradi in sostanza, includendo la sfera spirituale, del benessere fisico (salute), affettivo ecc….

Chiaramente un ingrediente necessario per coltivare con più attenzione queste sfere è avere tempo, il bene più prezioso, ed il tempo per te lo hai solo se puoi permetterti di lavorare di meno o di non lavorare.

Ecco perché insisto molto sulla necessità di crearsi una quantità sufficiente di rendite passive che coprano quantomeno le spese mensili.

Ho iniziato a darmi obiettivi seri su questo fronte da circa 2 anni e mezzo, quando ho messo a fuoco che è possibile, anche in Italia (o meglio dall’Italia), impostare investimenti che con capitali non esagerati possano permetterti di generare introiti che alla lunga riescano ad eguagliare se non superare lo stipendio.

Il primo lavoro che ho fatto su me stesso, dopo aver fatto delle letture illuminanti, è riflettere sulla mia condizione lavorativa.

Ho lavorato in passato come sviluppatore software e formatore in ambito informatico per circa 10 anni a Partita Iva, dopodichè ho accettato una assunzione a tempo indeterminato un po’ controvoglia, in un periodo particolare della mia vita.

Ho fatto quindi sia l’esperienza dell’autonomo che del dipendente e, dovendo tirare le somme, per indole (ma anche per una serie di motivi oggettivi) preferisco la prima.

Infatti, a conti fatti, ho raccolto maggiori soddisfazioni professionali ed economiche con la Piva ed inoltre per me è fondamentale disporre del mio tempo in maniera libera.

La sola parola Dipendente (ossia colui che dipende da qualcun altro, che è sottoposto all’autorità di altri) nella sua accezione etimologica mi fa rabbrividire e non fa assolutamente per me.

La mia convinzione si è poi radicata leggendo “I quadrati del cashflow” di Robert Kiyosaki; in questo testo viene spiegato in modo molto chiaro le 4 tipologie di lavoro: Dipendente, Autonomo, Titolare d’impresa, Investitore.

In realtà queste classificazioni vanno oltre la mera tipologia di lavoro, sono una sorta di categoria mentale e dipendente dal contesto, chi è dipendente probabilmente lo è da generazioni ed ha una forma mentis che gli impedisce di accedere ad altre tipologie di lavoro, molto fa il condizionamento dei familiari ed del proprio vissuto.

Così ognuno di noi rimane vittima della propria condizione limitante che lo obbliga a rimanere nella sua area di confort che ben conosce.

Kiyosaki parla molto chiaramente a riguardo definendo i quadrati a sinistra (Dipendente ed Autonomo, quest’ultimo in misura minore) le forme di lavoro più oppressive e limitanti: sia il Dipendente che l’autonomo scambiano tempo per denaro (lavori 8 ore vieni retribuito 8 lavori 6 vieni retribuito 6), D è il quadro più sfortunato, l’autonomo può gestirsi meglio ma fondamentalmente rimane nella condizione di scambiare tempo per denaro.

A destra invece vi sono i quadrati in cui la relazione tempo=denaro non è più proporzionale ed è dove chiunque abbia a cuore la finanza personale dovrebbe tendere.

Oltretutto anche dal punto di vista fiscale il Dipendente è il più svantaggiato perchè viene tassato alla fonte ed il suo lordo non lo vede mai (mentre l’autonomo quantomeno può gestirlo prima di pagare le tasse con l’F24).

Ed è stato così, forte della mia esperienza positiva passata, che mi sono rimesso a Piva.

Il ragionamento fatto è questo: le figure tecniche in ambito informatico sono molto richieste oggi, ed in generale se hai competenze lavori se non le hai no.

Il lavoro fisso sotto la campana di vetro come dipendente non esiste più, chi si siede credendo di aver trovato la poltrona si sbaglia perché le aziende pretendono personale che produca risultati qualitativamente alti.

A questo punto se le competenze le devi avere e devi attivarti per rimanere sempre ben aggiornato e spendibile sul mercato, la richiesta di lavoro c’è, che senso ha lavorare alle dipendenze di una azienda a stipendio fisso? Meglio gestirsi il lavoro come autonomo no?.

Se ti servono 100 euro in più mensili lavorerai qualche ora in più tutto qui, ma come dipendente per ottenere un aumento di 80 euro devi fare i salti mortali, ammesso che te lo concedano.

Altro ragionamento è stata la valutazione del momento storico.

Attualmente il regime forfettario offre dei vantaggi fiscali discreti, 15% di tassa sull’irpef flat e per chi rientra nel regime startup (come nel mio caso) 5%.

Diverso è invece chi si trova in regime ordinario (perché ha la Piva aperta da molti anni) che si vede costretto a pagare fino al 50% in tasse.

Qui sotto riporto il calcolo della tassazione nei vari regimi; supponendo di guadagnare 30000 euro lordi l’anno come si può notare quello che rimane in tasca con il regime startup è di 26000 euro mentre col regime ordinario e nella peggiore delle ipotesi che non si abbia nulla da detrarre o dedurre (ipotesi improbabile ma volevo creare uno scenario estremo) rimangono in tasca solo 17000 euro (9000 euro di differenza!!).

Nel regime forfettario startup 5% le tasse si pagano su un coefficiente forfettario pari al 67%, l’inps è ridotta ossia il 24% moltiplicato per una aliquota del 65% ossia il 15,6% di un ammontare già ridotto dall’aliquota del 67%. Non è possibile detrarre o dedurre alcuna spesa.

Nel regime forfettario 15% le tasse si pagano sempre sul 67% del lordo come nel regime startup, ma l’inps si paga tutta al 25,7%. Non è possibile detrarre o dedurre alcuna spesa.

Nel regime ordinario non vi è aliquota del 67% di sconto sul pagamento delle tasse e l’irpef viene calcolata sugli scaglioni di reddito, la differenza è che in questo regime è possibile dedurre e detrarre costi (la simulazione qui sopra suppone che si abbiano 2000 euro da detrarre e da dedurre).

Qui sopra simulazione in regime ordinario supponendo (caso estremo e non realistico), che non si abbia nulla da scaricare (dedurre o detrarre).

Sto investendo una discreta quantità di tempo per trovare degli investimenti che paghino con un profitto attorno al 10% netto, ho investito nell’immobiliare usa, investo in p2p lending e crowfunding immobiliare europeo, sto monitorando i mercati finanziari ed imparando a vendere opzioni e sono solo all’inizio di questo percorso.

Sono consapevole che mantenere delle rendite costanti in un mondo dove l’economia è dopata dalle banche centrali, dove tutti noi siamo vittime di una truffa, che è quella della nostra economia basata sul capitale di debito e che fin dal principio, per un motivo assolutamente matematico e non opinabile, non si può estinguere, non è facile.

La prossima recessione ciclica sembra bussare alle porte, vi sono già diverse avvisaglie a riguardo e non si sa quanto pesante possa essere questo giro, dato che il debito mondiale è cresciuto enormemente molto di più del debito che ha generato l’ultima crisi del 2008.

Quindi alla domanda come posso proteggermi, l’unica risposta veramente sensata è proteggendo l’asset principale, quello che supera qualsiasi crisi senza accusare perdite, il knowhow personale, le competenze!.

E non c’è oro che tenga!.

E’ su questo asset che investirò nei prossimi 2-3 anni.

Per tirare le somme su quanto scritto in questo articolo ho già fatto un salto che considero migliorativo nella mia vita, e ne sto già apprezzando i benefici in termini di soddisfazioni personali ed economiche, tempo a disposizione, libertà di gestione ecc… ed è il passaggio dal quadrante del Dipendente a quello dell’Autonomo.

Non escludo in futuro di fare un ulteriore salto verso il quadrante T (imprenditore), in fin dei conti il settore in cui lavoro offre oggi un mare di opportunità, è certamente complesso ma anche affascinante, stanno nascendo “nicchie” di mercato che più che nicchie definirei voragini di opportunintà, ne cito solo alcune IOT (Internet of things), IA (Artificial Intelligence) cloud computing ecc….

Se dovessi quindi tracciare sommariamente quello che è stato il mio passato, il mio presente ed un possibile futuro con i quadrati del cashflow lo rappresenterei così:

Sopra il mio passato (unica entrata stipendio da dipendente)

Il mio presente (obiettivo incrementare il cashflow generato dal quadrante A per iniettarlo in I incrementando i miei investimenti)

Il mio possibile futuro, dato il momento storico ed il settore in cui lavoro, potrebbe essere l’apertura di una software house con dei stimati colleghi soci.

Aver scritto questo articolo ha la duplice funzione:
di chiarirmi ed interiorizzare ancora meglio gli obiettivi, è risaputo che per raggiungere concretamente un traguardo, scrivere gli step su carta aiuta.

Fornire un possibile spunto ai lettori del blog per riflettere sulla loro situazione professionale, non vorrei peccare di presunzione, il mio percorso non è migliore di altri, è semplicemente il mio. Una persona normalissima che si è imposta di migliorare se stessa.

Sono profondamente convinto che dal confronto delle esperienze altrui ognuno di noi possa trarne beneficio per se stesso.

Buona vita!